Читать онлайн книгу "Il Cuore In Attesa"

Il Cuore In Attesa
Dawn Brower


Il pericolo, che ГЁ parte del loro passato, ritorna a perseguitarli. Dane ha il compito di proteggerla. Con il passare dei giorni vecchie ferite si insinuano dentro di loro. Combattere per la sopravvivenza deve essere la loro prioritГ , ma ГЁ difficile ignorare la forza del cuore. Reese Jackson ha cercato di soddisfare le aspettative che gli altri hanno stabilito per lei, ma non ГЁ un compito semplice. A volte sente come se il mondo la inghiottisse al suo interno e si sente mancare il respiro. Tutti gli errori che ha commesso tornano a tormentarla e trovare una via d'uscita sembra impossibile. Il detective Dane Hunter ha amato Reese sin dal loro primo incontro, oltre dieci anni fa, ma lei non l'ha mai considerato. La sua rigida educazione non le avrebbe permesso di essere scortese con lui; tuttavia, quella stessa posizione sociale stabiliva che non sarebbe mai stato abbastanza per lei. PerГІ, la desidera e il suo cuore continua a sperare che un giorno lei possa ricambiare il suo amore. Il pericolo, che ГЁ parte del loro passato, ritorna a perseguitarli. Dane ha il compito di proteggerla. Con il passare dei giorni vecchie ferite si insinuano dentro di loro. Combattere per la sopravvivenza deve essere la loro prioritГ , ma ГЁ difficile ignorare la forza del cuore.





Dawn Brower

Il Cuore in Attesa




IL CUORE IN ATTESA


LA QUINTA INTENZIONE DEL CUORE




DAWN BROWER




TRADOTTO DA ISABELLA MEDOLLA


EDITO DA TEKTIME


Questa ГЁ un'opera di finzione. Nomi, personaggi, luoghi ed eventi sono frutto dell'immaginazione dell'autrice o sono stati usati in maniera fittizia e non vanno intesi come reali. Qualsiasi somiglianza con luoghi reali, organizzazioni o persone, viventi o defunte, ГЁ puramente casuale.



Il cuore in attesa Copyright В© 2018 Dawn Brower



Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo libro puГІ essere utilizzata, riprodotta elettronicamente o a mezzo di stampa senza previa autorizzazione scritta, ad eccezione di brevi citazioni contenute nelle recensioni.







Per Elizabeth Evans – so quanto volevi una storia di Dane e Reese. Sono felice di avertela potuta dare finalmente. Grazie per essere una delle mie amiche e per amare qualsiasi cosa io scriva. Sei la migliore.






RICONOSCIMENTI

Un grazie speciale va alla mia editrice Victoria Miller. Sono sempre entusiasta del suo talento come redattrice – non ne ho mai avuta una migliore. Grazie per il duro lavoro che fai e per aiutarmi a rendere le mie storie più forti. Lo apprezzo molto, più di quanto potrei mai dire.




PROLOGO




Dieci anni prima


La musica riecheggiava nella sala da ballo nell'hotel Roseland. Ognuno indossava un abito da ballo – tranne lui. Sua madre a malapena riusciva ad arrivare a fine mese. Dane aveva un lavoro, ma anche i suoi soldi servivano per pagare le bollette. Quindi no non aveva uno smoking raffinato. Era stato fortunato ad essere riuscito a racimolare abbastanza denaro da comprare un abito al negozio dell'usato. Non gli andava bene ed anche dopo essere stato lavato diverse volte a casa puzzava come morte mista a muffa. Pregò, ma nessuno se ne accorse.

"Chi ГЁ se non Dane Hunter che viene di notte dai quartieri piГ№ poveri".

Ovviamente la sua fortuna non avrebbe resistito. Soprattutto perché non ne aveva mai parlato… Tutto quello che voleva era un ballo ed un momento magico che avrebbe ricordato per il resto della sua vita. Forse andare al ballo era stato un errore. I soldi per il vestito e per il biglietto avrebbero potuto servire per qualche altra cosa – come il cibo. Mangiare era un lusso che non potevano permettersi di ignorare, ma l'aveva avuto per quella sera. Lei era la ragione per cui aveva buttato al vento la prudenza.

Come una calamita attratta dal suo polo opposto, il suo sguardo si posò sull'unica donna che non avrebbe mai potuto ignorare, anche se avesse voluto —Reese Jackson – e sicuramente non aveva nessuna intenzione di dimenticarla. L'amava, l'aveva sempre amata. Sfortunatamente lei a malapena lo aveva notato; tuttavia, una volta lo aveva fatto. Era entrata nel ristorante dove lavorava e gli aveva promesso che se fosse andato al ballo, avrebbe ballato con lui.

Ovviamente, lei aveva avuto pietà di lui dopo che le aveva detto che non sarebbe andato. Dane non era così bravo da accettare la carità e quella promessa era stata proprio quello. Lei alzò lo sguardo e lo guardò dritto negli occhi, per un attimo nient'altro esisteva.

"Hey, testa di cazzo". Qualcuno gli aveva detto, spintonandolo.

Dane si girò verso quell'idiota di suo fratello. "Vattene, Nolan. Non ti sto importunando, quindi perché anche tu non fai lo stesso?". Suo fratello era uno di quelli i cui vestiti impeccabili abbellivano la sala. Indossava uno smoking firmato, che gli andava perfettamente. Sembrava essere stato fatto su misura per lui. Il loro padre non aveva badato alle spese per il suo ragazzo d'oro. Erano opposti come due persone potevano esserlo. Se Nolan era luminosità – Dane era oscuro come il peccato. Considerando solo le apparenze, qualcuno avrebbe pensato che Nolan fosse come un angelo della bontà e Dane il figlio di Satana. Con quella ipotesi, tutti si sarebbero completamente sbagliati…

Nolan rise malvagiamente. Dane lo odiava sempre di più ad ogni conversazione. C'era stato un momento in cui aveva desiderato un fratello. Se avesse potuto rimangiarsi quel desiderio, lo avrebbe fatto da molto tempo. Come poteva una persona essere così cattiva? In momenti come quelli si chiedeva se anche in lui non ci fosse quel gene di cattiveria. Nolan e Dane condividevano il padre, ma niente di più. Lo stimato Mason Pratt aveva deciso di abbandonare la sua famiglia a favore di un'altra – con un'importante eccezione. Aveva accettato di mandare Dane nella stessa scuola privata che frequentava Nolan. Una cosa di cui avrebbe potuto fare a meno, ma sua madre aveva insistito. Voleva che avesse la migliore istruzione possibile. Tutto quello che Dane voleva era dimenticarsi di avere un padre e un fratello.

Giacché la scuola era così costosa, suo padre diede al ragazzo tutto l'aiuto che poteva. Dane sopportò le prese in giro ed il costante bullismo da parte dei suoi compagni di classe. Si impegnò molto, completò tutti i compiti scolastici, ma divenne un emarginato sociale. Non c'era niente di più che voleva dalla scuola, oltre all'istruzione. Almeno finché non conobbe Reese. Gli aveva fatto cambiare il suo modo di pensare su tutto. Sfortunatamente lei non studiava lì e usciva sempre con i ragazzi dell'ultimo anno. Almeno non era uscita con suo fratello. Non sarebbe riuscito a sopportarlo…

"La tua stessa esistenza mi infastidisce" – Nolan sentenziò – "Da dove hai preso quel vestito? Da un bidone della spazzatura?"

Ovviamente suo fratello avrebbe notato il suo abito maleodorante. Dane avrebbe dovuto restarsene a casa. Un mantra subito iniziò a rimbombargli incessantemente nella sua testa… Reese non avrebbe mai ballato con lui. Perché avrebbe dovuto? Il fetore che emanava non poteva essere totalmente camuffato dall'asciugatrice e da un po' di colonia.

"Non hai niente di meglio da fare che tormentarmi?"

Nolan lo odiava. Dane non voleva detestare suo fratello, ma non gli aveva dato altra scelta. L'astio di Nolan superava di gran lunga quello di Dane e quella era una cosa che non riusciva proprio a comprendere. Suo fratello aveva avuto tutto, mentre lui aveva combattuto e lottato per quel poco che aveva. Suo padre aveva deciso di restare con la madre di Nolan, facendolo soffrire.

"Perché la tua esistenza lascia un sapore nauseante nella mia bocca – sei l'unica persona con cui posso prendermela". Nolan lo spintonò ancora una volta, spingendolo contro il muro. "Vattene e forse dimenticherò che hai avuto il coraggio di presentarti qui stasera. Nessuno ti vuole. Fatti un favore e lascia anche la scuola".

Dane fece un respiro profondo e trattenne l'impulso di sferrargli un pugno sul suo viso perfetto. Non l'avrebbe aiutato e avrebbe favorito la causa di Nolan di farlo espellere dalla scuola. Era stato il suo principale obiettivo da quando suo padre l'aveva iscritto alcuni anni prima. La madre di Dane, Moira, gli diceva sempre di mantenere la calma, ma col passare dei giorni stava diventando sempre piГ№ difficile. Tuttavia, una volta diplomato, le cose sarebbero cambiate. Avrebbe preferito mostrare a Nolan quello che pensava di lui.

"Cosa stai facendo?" chiese una ragazza, avvicinandosi a loro. Dane riconobbe quella voce. L'aveva sentita costantemente nei suoi sogni ogni sera, l'avrebbe riconosciuta dappertutto. Reese stava venendo a salvarlo e tutto quello che voleva era nascondersi. Non avrebbe dovuto vederlo così… Lei incrociò le braccia al petto e guardò Nolan.

"Chi sei?" chiese Nolan e lasciГІ andare la presa dal petto di Dane. Praticamente trasudava fascino ogni volta che parlava. "Non penso che ci conosciamo".

Reese guardГІ prima l'uno e poi l'altro. "Non sono di qui".

Nolan roteò gli occhi. Era abbastanza ovvio – se avesse studiato nella sua stessa scuola, avrebbe finto che non fosse successo nulla. Nessuno era mai andato contro di lui. La sua parola era praticamente legge nei sacri corridoi di Shelton Academy. Mentre lei era distratta a parlare con suo fratello, Dane ne approfittò per ammirare la sua bellezza, senza che se ne accorgesse. Lasciò che i suoi occhi guardassero la sua squisita bellezza. I suoi capelli biondi erano raccolti in una serie di riccioli che incorniciavano il suo bel viso a forma di cuore. Le chiazze d'oro nei suoi occhi color nocciola li facevano scintillare nella fioca luce della sala da ballo e le sue morbidi labbra rosa erano deliziose. Desiderava avere il privilegio di baciarla per darle la buonanotte. Cosa che probabilmente non sarebbe mai successo, ma che un ragazzo poteva sempre sognare.

"Uhm…" Reese continuò a fissare Nolan. Dane aveva voglia di dargli un pugno solo per quello sguardo. Ti prego, fa' che anche lei non si lasci ingannare dalla sua perfetta facciata… Si schiarì la voce. "Mi chiamo Reese".

Probabilmente quello era un segnale per andarsene, ma non riusciva a muoversi. Continuava a pensare. Non sarebbe mai riuscito a conquistarla, non avrebbe nemmeno dovuto provarci. A cosa diavolo stava pensando? Non era adatto a lei e questo continuava ad essere un problema per il suo cuore. Reese lo aveva riportato alla realtГ , doveva smettere di vivere in una fantasia. Non sarebbe mai andata oltre il fascino di Nolan e avrebbe considerato realmente Dane.

"Reese" – disse Nolan delicatamente – "Mi piacerebbe parlare di più con te, ma sono impegnato a buttare la spazzatura. Forse dopo potremmo provare a conoscerci meglio".

Reese ancora una volta lo guardò e aggrottò la frotte. "In realtà, devo rifiutare il tuo invito. Sono fidanzata" – indicò Dane e sorrise – "Se vuoi scusarmi, gli ho promesso che avrei ballato con lui".

Non poteva essere piГ№ sorpreso, si era dichiarata a lui piuttosto che a suo fratello. Lo aveva fatto, in un certo senso. Non poteva non amarla di piГ№ in quel momento. Lo sguardo accigliato di Nolan valeva cento giorni della sua sfortuna perchГ©, per un volta, era stato fortunato. Avrebbe ballato con la ragazza che amava, pensГІ a quanto lo aveva sperato quando aveva deciso di andare a quel ballo.

"Sei pronto?" Reese gli tese la mano. "Adoro questa canzone".

Non avrebbe potuto scegliere una canzone migliore per ballare con lei, se glielo avessero chiesto. Non era niente senza Reese e, a dire il vero, non aveva nessuna pretesa su di lei. Quanto era triste tutto quello? IngoiГІ quel groppo che aveva in gola e le tese la mano. "Sarebbe un onore".

Camminarono mano nella mano. Non riusciva a dire nemmeno una stupida parola, ma a volte volte le parole non servono. Se avesse potuto dichiararle il suo amore, lo avrebbe fatto; tuttavia, i sentimenti di lei non erano gli stessi. Reese lo avrebbe sempre considerato come qualcuno da aiutare e un amico su cui poteva contare. Doveva accettare che il loro rapporto non avrebbe mai raggiunto il livello che voleva. Una piccola parte di lui pianse per la frustrazione per quello che non poteva avere ma, per la maggior parte, era felice di poter avere almeno qualcosa da lei. Solo perchГ© voleva che lo amasse, non significava che sarebbe successo. Alcune cose non sono destinate ad accadere e lui e Reese ne erano la prova.

"Ti stai divertendo?" gli chiese.

Doveva essere uno scherzo – non avrebbe mai considerato minimamente divertente quello che aveva fatto con Nolan. "Non fino a questo momento". Dopo il loro ballo, era uscito in fretta per evitare il suo malvagio fratello. Anche se avesse avuto un altro litigio con lui, sarebbe andato tutto bene. Aveva ottenuto quello per cui era venuto e quello era tutto ciò che importava.

"Sono felice che sei venuto" – gli disse Reese – "Pensavo che non saresti venuto. Tutti dovrebbero andare al ballo, anche solo per pochi minuti. Il liceo non dura per sempre e qualche ricordo sarà apprezzato quando invecchieremo". Le sue labbra si distesero in un caldo sorriso. "O per lo meno così mi hanno detto".

"Penso che tu abbia ragione". Almeno nell'ultima frase. "Ma il liceo non ГЁ stato proprio piacevole per me. Sto per diplomarmi, ma non mi volterГІ mai indietro". Alcune cose era meglio dimenticarle e gli anni infernali alla Shelton Academy erano in cima alla sua lista.

"Mi dispiace".

"Perché?" – chiese – "Non sei tu la responsabile".

"Lo so". Aggrottò la fronte. La musica si diffondeva mentre loro seguivano il ritmo. "Ma mi dispiace lo stesso. Spero che un giorno le cose non siano più così difficili per te".

"Va tutto bene". Sentì una sensazione strana al centro del suo stomaco. "Ho un progetto e un giorno niente di tutto questo avrà importanza".

"Mi fa piacere". Il suo viso si illuminГІ quando sorrise. "Voglio aiutare le persone e diventerГІ il miglior dottore di tutto lo stato. Sapere cosa voglio mi aiuterГ  a raggiungerlo, quindi sono veramente felice che anche tu abbia un progetto".

"Perché?" – non poté fare a meno di chiedere – "Cosa importa cosa farò della mia vita?"

Il suo sorriso si affievolì lievemente. "Perché ti guardo e so quanto stai lavorando duramente al ristorante – potresti pensare che nessuno se ne accorga, ma io sì. Nessuno dovrebbe essere così stanco alla tua età. Spero che un giorno sarà più semplice per te".

"No" – rispose – "Quando sarà più semplice, allora sicuramente le cose andranno male. Sto bene, te lo prometto". Non voleva che lei si preoccupasse per lui o per il suo futuro. "Concentrati sui tuoi obiettivi e sarai un medico meraviglioso, come hai programmato. Forse un giorno i nostri cammini si incroceranno di nuovo e possiamo confrontarci".

"Sarebbe meraviglioso, ti terrГІ al corrente". Il suono della musica iniziГІ a disperdersi. "Ma per me ci vorrГ  piГ№ tempo rispetto a te, visto che non mi diplomerГІ prima di due anni. Non dimenticarti di me quando raggiungerai i tuoi sogni".

"Non lo farei mai". Come poteva dimenticarsi di lei? "La canzone ГЁ finita. Suppongo che debba accompagnarti al tuo appuntamento". Sperava di non doverlo fare, ma la realtГ  aveva un modo di insinuarsi quando meno lo voleva.

"AndrГІ da sola. Grazie per il ballo".

"È stato un piacere". Un nodo si stava formando di nuovo nella sua gola. Non aveva considerato a quanto sarebbe stato difficile lasciarla andare. Lei annuì e si avviò verso il suo fidanzato, non prima di essersi girata a guardare Dane. Invidiava il suo fidanzato più di quanto potesse ammettere. Lo invidiava per avere il beneficio di stare con lei – di amarla liberamente… Il suo cuore l'avrebbe sempre aspettata finché non si fosse dichiarata, ma temeva che lei non lo avrebbe mai fatto.




CAPITOLO 1




Oggi


Reese spinse una ciocca di capelli dietro il suo orecchio e fece un respiro profondo. Era stato un giorno particolarmente duro in ospedale. Amava il suo lavoro, ma alcuni giorni erano più difficili di altri. Lavorare in pediatria era stata un'attenta decisione. Voleva salvare i bambini in modo che potessero vivere una vita lunga e piena. A volte non riusciva a fare quell'unica cosa che doveva fare e, quando aveva perso quelle anime innocenti, era ancora più distrutta. La perdita della piccola Amanda… Una bambina non più di tre anni – doveva essere viva e felice. Perché il mondo era così crudele? Non riusciva a scacciare l'angoscia che si era insinuata dentro di lei.

Aprì la porta più vicina e accese la luce. In qualche modo era riuscita a trovare la sala d'attesa per le famiglie nell'unità di terapia intensiva pediatrica. Non c'era nessun membro della famiglia ad aspettare per sapere se la piccola fosse morta o viva. Il silenzio ed una stanza vuota la salutarono. Le lacrime le scesero lungo le sue guance prima di accorgersi di aver liberato le emozioni che erano nel suo cuore. Come avrebbe potuto credere che sarebbe riuscita a fare quel lavoro? La sua forza interiore non poteva sopportare altri dolori come quello, altrimenti non sarebbe mai riuscita a sopravvivere.

Forse era arrivato il momento di rivalutare i suoi obiettivi di vita. Aveva bisogno di pace e calma, quindi fece l'unica cosa che non aveva mai fatto da quando era diventata un medico. Spense il cellulare, poi lo mise nella sua tasca cosicchГ© nessuno avrebbe potuto contattarla per un po' di tempo e finalmente poteva respirare e prendere una decisione sulla sua vita.

Senza pensarci, si sedette sulla sedia più vicina e pensò a tutto quello che era andato storto e, sì, anche a quelle giuste nella sua vita. Aveva finito la facoltà di medicina prima di tutti i suoi compagni di classe, aveva superato a pieni voti il tirocinio e aveva trascorso il primo anno nella sua residenza ad Envill East. Se avesse continuato su quella strada sarebbe stata in cima al programma e sarebbe stata scelta per la borsa di studio. Sarebbe dovuta essere entusiasta, eppure non lo era. La sua carriera era sulla buona strada; tuttavia, la sua vita personale era un totale disastro.

Un bussare alla porta riecheggiГІ nella stanza, distraendola dalla sua malinconia. "Dottoressa Jackson?"

Si asciugò velocemente le lacrime sulle sue guance e si girò non appena si sentì chiamare. "Sì?"

"C'è bisogno di lei per un consulto al pronto soccorso – non rispondeva al cellulare…" le disse l'infermiera. Maledizione. L'aveva spento per cinque minuti maledetti. "C'è stato un incidente e il Dottor Sousa ha chiesto di lei – si tratta di una bambina di circa cinque anni".

Un altro bambino, un'altra possibilità di fare la differenza – o un'altra opportunità di fallire… Quale sarebbe stata e, alla fine della giornata, sarebbe riuscita a conviverci? "Arrivo". Reese le passò accanto e si avviò verso la sala d'emergenza, lasciandosi alle spalle la pediatra della terapia intensiva e i cattivi ricordi. Doveva fare del suo meglio per questa nuova bambina e non avrebbe potuto farlo con le immagini che le ronzavano nella testa.

Una volta raggiunta la sala d'emergenza, si avviò verso il reparto delle infermiere. Lana Kelly – Brady – era appoggiata sul bancone, fissando la compressa nella sua mano. Reese non era abituata al suo nuovo cognome. Lana aveva sposato Sullivan Brady più velocemente di quanto tutti si aspettassero ed erano già in attesa del loro primo figlio. Poteva dire solo una cosa di Sullivan – una volta trovato quello che voleva, avrebbe lottato duramente.

"Ren ha bisogno di me?" Reese chiese a Lana. "Dov'ГЁ la paziente?"

"È nella stanza quattro" – rispose – "Halie Morris, cinque anni. Molteplici contusioni, sconosciute, il perone rotto, ma non è questo quello che preoccupa Ren".

"Non è già abbastanza grave?" – cos'altro sarebbe dovuto succedere alla piccola per far sì che Ren fosse preoccupato? – "Ha avuto un incidente, giusto?"

"Sì" rispose Lana. "Un conducente ubriaco ha corso al semaforo rosso ed ha sbattuto proprio contro il veicolo in cui era la bambina". Si passò una mano sul grembo mentre parlava, probabilmente pensando al suo bambino. "La madre è già nella sala operatoria. Preston se ne sta occupando".

Era felice che Preston si stesse occupando dell'operazione della madre della bambina. Questo significava che le sue possibilitГ  di sopravvivenza erano aumentate in modo esponenziale, anche se non riusciva a capire quale fosse il vero problema. "Spiegami la situazione di Halie Morris. Cosa preoccupa Ren?"

"La aggiorno io, Lana" – disse Ren avvicinandosi – "Puoi controllare l'autista ubriaco? Si sta svegliando e sarà disorientato".

"Subito" disse Lana e corse a fare quello che Ren le aveva ordinato.

"Quindi?" Reese alzò un sopracciglio. Una risposta alle sue domande sarebbe stata gradita… La sua impazienza stava aumentando.

"Le ferite dell'incidente non sono abbastanza serie da preoccuparsi" iniziГІ a dire. Si strofinГІ il viso con una mano e lanciГІ uno sguardo alla stanza dov'era la bambina. "Г€ quello che ho scoperto dopo averla esaminata. Ha giГ  molti altri lividi che ancora non sono guariti".

Non sembrava una cosa buona, ma molte cose potevano esserne la causa. Poteva avere una malattia o… "Pensi che abbiano abusato di lei?" Che cosa orribile se fosse stato così. Reese non poteva immaginare come potesse essere per la bambina. Sua madre era severa, ma non aveva mai ferito né lei né i suoi fratelli. Rachel Jackson poteva essere esigente, ma sicuramente aveva spronato Reese ad essere la migliore.

In tutti quegli anni non aveva mai messo in discussione l'amore di sua madre. Ovviamente ciò non significa che un bambino che aveva subìto abusi l'avesse fatto. Alcuni di loro avevano persino pensato che fosse giusto il trattamento che aveva ricevuto. Reese strinse le sue dita in un pugno e cercò di mantenere la calma. Odiava l'idea che un bambino potesse essere ferito e, ancor meno, che potesse essere stato maltrattato.

"Spero proprio di no" – Ren sospirò – "È per questo che ti ho chiamato. Vorrei che la esaminassi ed escludessi ogni causa medica prima che io chiami i servizi sociali. Non voglio credere che qualcuno abbia ferito intenzionalmente quella piccola bambina".

"Capisco". Era sposato con una donna che aveva trascorso molto tempo della sua vita in affidamento. Tante famiglie diverse e non tutte erano state buone. Le migliori erano state indifferenti. Se quella piccola bambina fosse stata ferita, allora sua moglie avrebbe voluto aiutarla. Aveva creato una fondazione per i bambini bisognosi. Quel caso poteva essere potenzialmente buono per i Sousa. "Vado ad esaminarla ora". Reese si voltò e andò a controllare la bambina. Non c'era miglior momento come in quel giorno per determinare se una bambina avesse bisogno di essere salvata da qualcosa di più delle sue ferite…








Dane era in piedi nella stanza dell'esame, fissando la piccola bambina sul letto. Era così minuta – come una bambola, sebbene distrutta e piena di lividi, ma pur sempre una bambola. Sperava che il conducente ubriaco che le aveva causato quelle ferite, sarebbe stato giustiziato. Il suo lavoro era quello di servire e proteggere, non avrebbe potuto prevedere tutto quello. Nessuno avrebbe potuto prevedere quello che sarebbe successo a quella bambina, eppure in qualche modo non poteva non sentirsi responsabile.

Per l'autista quella non era la prima volta che era finito nei guai. In passato lo aveva arrestato e, da come stavano andando le cose, avrebbe dovuto rifarlo ancora una volta. A volte era inevitabile. Soprattutto quando la persona in questione aveva un problema – Abel Roberts era un alcolizzato. Aveva ricominciato a bere così tante volte che un giorno non era più riuscito a riprendersi. La porta scricchiolò mentre si apriva.

Si girò e trovò all'entrata l'unica donna che aveva sempre amato – Reese Jackson. Ancora non gli aveva prestato attenzione. Non erano cambiate molto le cose negli ultimi dieci anni. Erano andati avanti dopo il liceo, ognuno aveva scelto la propria carriera, ma erano rimasti nella stessa sfera sociale. Cavolo, era persino uscita con suo fratello malvagio. Era stata la peggior cosa che avesse potuto capitargli. Anche tutti gli scherni e le difficoltà che aveva avuto, non erano così dolorosi nel suo cuore come un tempo. Non riusciva a capire cosa avesse visto in lui. Era l'incarnazione del male e, fortunatamente, ora tutti lo sapevano. Nolan era stato arrestato per aver ucciso molte donne e per aver attaccato la sorella di Reese, Claire. Si era accorto da molto tempo che suo fratello era un idiota narcisista, ma non avrebbe mai pensato che sarebbe diventato uno psicopatico.

"Non pensavo che ci fosse qualcuno qui". Reese non lo aveva guardato nemmeno negli occhi. "Devo chiederle di uscire. Devo esaminare la bambina".

"Non pensavo che il dottor Sousa avesse chiamato una specialista. Pensa che ci sia qualcos'altro che non vada in lei?" Sperava di no. Se fosse stata gravemente ferita più di quanto credesse…

"Cosa stai facendo qui?" EvitГІ la domanda con una delle sue. "Pensavo che un regolare ufficiale della pattuglia sarebbe stato incaricato dei dettagli di questo caso. Non ГЁ abbastanza grosso da poter essere analizzato da un detective".

Dane aggrottГІ la fronte. PerchГ© si comportava come se volesse aprire una crepa nel terreno e farlo inghiottire? Erano a malapena conoscenti, ma era sempre stata cordiale con lui. Ora a stento riusciva a guardarlo e la sua voce aveva assunto un tono freddo che lo aveva paralizzato. Non gli piaceva la nuova Reese. Voleva che ritornasse ad essere la donna premurosa e cortese che conosceva.

"Sono a conoscenza di tutte le parti coinvolte e volevo controllare personalmente". La madre di Halie – Paige – era stata una sua vicina di casa quando era una bambino. Si erano aiutati reciprocamente così tante volte, più di quanto potesse contare. C'erano state molte occasioni in cui erano rimasti da soli tutti e due, mentre le loro madri facevano due o tre lavori. Paige era come un'amica, insieme al suo partner di servizio, Carter.

"È per questo?" – alzò un sopracciglio – "Quanto bene li conosci?"

"Non so perchГ© me lo stai chiedendo. Forse dovresti sputare il rospo e dire chiaramente cosa pensi".

"Sei suo padre?" indicГІ la bambina sul letto. La sua voce era quasi priva di emozioni mentre parlava.

Dane guardò Halie e aggrottò la fronte. Aveva il suo colorito, ma non era sua figlia. Anche se però somigliava molto a suo padre – da cui Dane aveva preso i capelli scuri e gli stessi occhi color blu scuro. A pensarci bene, non sapeva chi fosse in realtà il padre di Halie. Infastidiva Reese se fosse lui il padre? Sembrava irrequieta per qualcosa. La sua mano tremava quando era entrata nella stanza. Aveva cercato di non farlo notare, ma lui se n'era accorto lo stesso. Non se ne sarebbe accorto se si fosse trattato di qualcun altro…

"No" – disse in tono calmo – "Halie non è mia figlia. Sua mamma è una mia cara amica".

Reese lo ignorГІ e si avvicinГІ al letto. IniziГІ ad esaminare la bambina, ma senza toccarla. "Che amica ГЁ, esattamente?" Ancora non lo aveva guardato.

A Dane non piaceva nemmeno il suo tono accusatorio – sembrava quasi un'accusa.

"Ancora una volta noto una domanda nella domanda. Possiamo giocare a questo gioco per tutta la notte dottoressa, ma non posso rispondere a quello che sta pensando senza sapere di cosa si tratta". IncrociГІ le braccia al petto. "Conosco Paige dalla scuola media, prima che mio padre mi mandasse in quell'inferno. Г€ una brava persona".

"Alcune persone sarebbero state fiere per l'istruzione che hanno avuto alla Shelton Academy".

Non gli piaceva l'insinuazione dietro quella frase. Era uscita con Nolan e sapeva quanto fosse meschino per come l'aveva trattato. "Solo quelli che non sanno quanto tutti siano idioti".

"Non ho avuto nessun problema con loro, forse eri tu".

"Sì" – disse sarcasticamente – "Hai perfettamente ragione. Era colpa mia e meritavo di essere il loro sacco da box verbale ogni giorno per quattro anni". L'aveva considerata male in tutti quegli anni? Perché improvvisamente li difendeva e stava iniziando una lotta con lui? Cosa si era perso? Nolan l'aveva plagiata quando erano stati insieme? Scosse la testa, scacciando le domande dalla sua testa. Non importava realmente. Non l'avrebbe mai visto come un suo pari e lo aveva accettato da molto tempo. "Perché continui a guardarmi come se potessi ferire te o qualcun altro?"

"Sei tu?"

"Non ho mai…" Deglutì con forza. Davvero pensava che fosse capace di far del male a qualcuno? "Suppongo che tu abbia un motivo per farmi questa domanda. Perché non me lo dici?"

"Perché questa bambina ha dei lividi che somigliano ad un grande pugno, probabilmente maschile" – alzò il mento – "Quindi dimmi, quanto bene conosci la madre di Halie?"

Merda. Pensava che lui avesse abusato della bambina. Non lo conosceva per niente se pensava una cosa del genere. Cavolo, chi voleva prendere in giro? Reese non si era mai preoccupata di capire chi fosse realmente. L'aveva sempre guardato come un caso caritatevole. Almeno i suoi occhi color nocciola non riflettevano piГ№ pietГ . PerГІ non le aveva riposto. Era stato salvato dall'inferno oppure si era aperta la porta.

"Ah sei qui" disse entrando il suo partner Carter. Il suo sguardo si posГІ su Reese. Poi guardГІ Dane e sospirГІ. "Anche tu, stavo cercando entrambi".

"Cosa c'è?" – chiese Reese – "Sto lavorando, è meglio per te che sia importante".

"Ho delle cattive notizie…"

A quanto pareva era la specialitГ  di quella giornata. "Spara" disse Dane. "Potresti anche strappare la benda e farla finita".

Carter non si trattenne e disse senza preamboli: "Nolan ГЁ scappato".

Cazzo. "Come?"

"Un pullman che lo stava trasportando in prigione si ГЁ capovolto una settimana fa. Avevano pensato che fosse scomparso".

Tutto il colorito scomparve dal volto di Reese. Dondolò sui suoi piedi, perse conoscenza, sarebbe caduta a terra se Dane non si fosse lanciato per prenderla. Anche se non si fidava di lui era sempre stato lì per lei. Era così innato in lui che non c'era un altro modo di essere. La prese tra le sue braccia e la cullò. "L'ho presa. Hai parlato con Claire?"

Scosse la testa. "Non risponde al cellulare. Ero già qui, ho pensato che avrei trovato prima voi due. Devo avvertirla…" Carter si tappò la bocca e poi si passò una mano tra i suoi capelli biondi. "Como farò a proteggerle tutte e due? Sono le mie sorelle…"

"Io ho Reese. Va' da Claire".

Annuì e uscì dalla stanza. Dane portò Reese sull'altro letto vuoto della stanza e la distese su di esso. Si era ripresa quasi subito e voleva essere lì a proteggerla – che le fosse piaciuto oppure no…




CAPITOLO 2


La maledetta tempesta che gli era piombata addosso stava per esplodere in un gran casino prima che la notte fosse finita. Carter fissò il semaforo rosso di fronte a lui e picchiettò il voltante con un gesto rapido. Claire non aveva ancora risposto al cellulare e Matt a quanto pareva l'aveva spento. Sperava che i due fossero insieme. L'alternativa… Non l'avrebbe nemmeno considerata. Il bastardo Nolan Pratt non avrebbe trovato un modo per ferire sua sorella. Finalmente era riuscita a trovare un po' di pace nella sua vita – la felicità che meritava.

La luce del semaforo divenne verde e premette sul pedale dell'acceleratore. La sua macchina stridette non appena aveva accelerato. Non era molto lontano dallo studio legale dove lavoravano Matt e Claire. Dovevano essere entrambi lì – a meno che Matt non fosse in tribunale. Aveva chiamato persino allo studio, ma aveva risposto la segreteria telefonica. La receptionist doveva essere in pausa pranzo. Il cuore gli batté forte nel petto quando vide lo studio legale. Posteggiò la macchina in un parcheggio e spense il motore. Per quanto lo volesse non corse fino all'edificio, ma camminò velocemente e sperava che la gente non lo guardasse come se avesse perso la testa. Perché chiaramente era così…

Carter aprì la porta e finì dritto contro Olivia West. Allungò la mano per aiutarla a rialzarsi. "Che diavolo fai?" urlò mentre le cadevano le cartelle che teneva in mano. "Che ti è preso?"

"Mi dispiace…" Si guardò intorno, cercando Claire o Matt. Di solito ne avrebbe approfittato per fare ad Olivia degli apprezzamenti sulla sua bellezza. Aveva attirato la sua attenzione, non voleva che lei. "Dov'è mia sorella?"

"È impegnata". Olivia fece un passo indietro, sistemandosi la camicia. "Non ama le interruzioni. Cosa c'è di così importante che ti ha fatto sbattere contro qualcuno con i tuoi bei muscoli?"

Carter era irritato dalle sue sciocchezze. Si lamentava sempre con lui per qualcosa. Forse era un po' sadico, ma a una parte di lui faceva piacere. Se non fosse così preoccupato per Claire avrebbe potuto divertirsi, ma non ne aveva il tempo. C'erano cose più importanti che ammirare una bellissima ed intelligente ragazza. "Non voglio ripeterlo. Dov'è Claire?"

"È in una… una…" – si schiarì la voce – "Lei e Matt sono in riunione nel loro ufficio".

"Era così difficile?" Si girò e si avviò verso l'ufficio di Matt.

Olivia si schiarì la voce. "Bussa prima di entrare".

La guardГІ sopra la sua spalla. "Non hai un posto dove stare?"

"Non esattamente" – mise le mani sui fianchi – "Speravo che fossi un gentiluomo e mi aiutassi a raccogliere le cartelle che mi sono cadute, ma mi sbagliavo. Avrei dovuto saperlo prima di aspettarmi qualcosa di remotamente cortese da parte tua."

Carter si strofinò la punta del suo naso con l'indice e il pollice. Che Dio lo salvasse… "Ti aiuterò a raccogliere i tuoi maledetti fogli una volta che avrò parlato con Claire. Certe cose sono più importanti di te e delle tue esigenze. Pensi mai agli altri, oltre che a te stessa?"

"Potrei farti la stessa domanda." Olivia West era la regina degli sguardi e avrebbe potuto fulminare un ragazzo. Lo sguardo che gli aveva fatto lo avrebbe abbattuto se non fosse stata una persona di scarso valore. "Ad ogni modo, pensa prima alle tue cose."

"Lo farГІ. Grazie mille". Ne aveva abbastanza delle sue stronzate.

Senza dire altro bussò alla porta di Matt. "Claire!" la voce di Carter era così forte che risuonò per tutta la stanza.

"Devi proprio urlare?" Olivia chiese sarcasticamente. "L'intero ufficio ti sentirГ  con questo tono".

Carter la ignorò come meglio poté, ma fu difficile con lei in piedi dietro di lui… Sentì un suono di voci smorzate. Almeno era sicuro che i due fossero in ufficio. Pensò che forse potesse esserci qualcun altro, ma quali erano le probabilità? Bussò ancora una volta, sperando di accelerare il processo. Aveva già provato ad aprire la porta ma era chiusa a chiave. Poteva buttarla giù oppure essere paziente e aspettare che qualcuno venisse ad aprire. Finora era calmo, ma non lo sarebbe stato per molto. Se nessuno di loro avesse aperto subito, l'avrebbe presa a calci.

"Qual ГЁ l'emergenza?" Matt disse dopo aver aperto. Era in piedi sull'uscio della porta e lo fissava. "Eravamo nel bel mezzo di una cosa".

Carter guardò Claire che era in piedi vicino alla scrivania di Matt dall'altro lato dell'ufficio. Il fatto che si stesse abbottonando la camicia non passò inosservato. Era impegnata sì… Ma non con qualcosa inerente al lavoro a quanto pareva. Non poteva fargliene una colpa. Se avesse trovato l'amore della sua vita, probabilmente avrebbe fatto la stessa cosa che stavano per fare o che avevano appena finito di fare. Gli scoppiava la testa solo a pensarci. Non voleva pensare troppo a lungo alla vita sessuale di sua sorella. "Devo dirvi una cosa".

"Prima noi" disse Claire. Le sue labbra si distesero in un ampio sorriso. Sollevò la mano e la agitò di fronte a lui. I suoi biondi capelli ricci erano scompigliati, ma non era mai stata così raggiante. "Guarda".

Carter guardò l'anello al suo dito. Era un grande solitario quadrato con una fascia d'oro giallo. Scintillava sotto la luce ed era quasi più brillante del suo sorriso. "Hai detto sì finalmente?"

OscillГІ la testa su e giГ№ con entusiasmo. "Ci sposiamo". Claire quasi urlГІ per la gioia.

"Congratulazioni!" Olivia si avvicinГІ a loro. "Fammi vedere l'anello".

Prese la mano di Claire per esaminarlo. Sua sorella emanava praticamente felicitГ  mentre permetteva ad Olivia di guardarlo. Cos'era quella smania delle donne per gli anelli di fidanzamento?

Odiava che avrebbe dovuto rovinarle quel momento di felicità. Lo uccideva nel profondo. Era così dannatamente felice e c'era solo una cosa che l'avrebbe distrutta. Se avesse potuto evitarlo lo avrebbe fatto, ma la sua sicurezza era in pericolo e non avrebbe rischiato la sua vita per niente. "Sono felice che finalmente l'abbiate ufficializzato". Lo era davvero, maledetto Pratt e il suo tempismo.

"Ma non stai sorridendo". Fece un passo in avanti. "Deve essere una cosa seria. Di che si tratta?"

Matt lo guardГІ e aggrottГІ la fronte. "Claire ha ragione. Sembra che tu abbia ingoiato qualcosa di brutto e che stia per sputarlo fuori. Che ГЁ successo?"

"Si tratta di Nolan".

Olivia e Claire trasalirono nello stesso momento. Sua sorella si portò la mano al petto e la tenne lì. "Non è una cosa buona, vero?" Olivia fece un passo in avanti e la abbracciò.

Carter scosse la testa lentamente. "Temo di no".

"Ti prego dimmi che ГЁ morto. So che ГЁ ingiusto, ma c'ГЁ ancora del buono nella mia vita". Le labbra di Matt formarono una linea sottile bianca. "Г€ l'incarnazione del male".

Carter non poteva non essere d'accordo con lui. Era il peggiore dei mali. Aveva ucciso e torturato molte donne. Claire sarebbe stata una di quelle sfortunate ragazze se non fosse stato per Matt e per la sua agilitГ .

"Vorrei poterlo dire". Davvero lo voleva. Il suo lavoro era quello di difendere la legge ma Nolan era stato una di quelle persone per cui sarebbe andato contro la legge. Aveva ferito la sua famiglia e voleva che quell'uomo pagasse. Si era detto a se stesso che il sistema giudiziario avrebbe fatto giustizia ed era così. Nolan avrebbe dovuto marcire in prigione per molto tempo. "Temo che sia peggio di quanto immagini".

"Non lo so, immagino molte cose". Matt guardГІ Claire poi di nuovo Carter e chiese: "Dobbiamo preoccuparci?"

"Sì" rispose.

Claire imprecГІ e iniziГІ a camminare per la stanza. La sua mano tremava mentre cercava di passare una ciocca di capelli dietro il suo orecchio. Si fermГІ al centro della stanza. Aveva il mento all'insГ№ e chiese: "Cosa ha fatto stavolta?"

"È complicato, ma per farla breve… beh, non è più in prigione"

"Allora dove diavolo ГЁ?" domandГІ Matt.

"Non lo sappiamo." Cavolo, odiava quella parte. "Potrebbe essere dovunque".

"Wow" – Olivia disse sarcasticamente – "Che ne dite di una ronda di applausi per il genio nella stanza?" batté le mani ruotando le braccia. "Forse ci potresti dire cosa stai facendo a riguardo?"

Carter iniziò a chiedersi cosa lo avesse attratto di lei. Più parlava e più voleva che chiudesse il becco. La sua pungente sagacia lo colpì proprio nello stomaco. La cosa triste era che non poteva fare niente, oltre ad avvertire le sue sorelle e sperare che la polizia di stato lo trovasse prima che potesse far del male a qualcuno, o peggio. Erano tutti consapevoli che non aveva una coscienza e non c'era modo di prevedere quello che avrebbe fatto. Aveva già commesso un omicidio e aveva dimostrato a tutti che non aveva problemi a sporcarsi le mani.

"Lo stanno cercando tutti" – sospirò – "È stato istituito un numero di emergenza per tutti quelli che sappiano dove si trovi. Oltre a questo non c'è nient'altro che possiamo fare. Gli indizi hanno portato ad un vicolo cielo ed è ancora in libertà".

"Che ne sarà adesso di Claire e Reese?" – disse Matt – "Di sicuro andrà a cercare una di loro, se non entrambe".

Claire iniziГІ ad agitarsi e si sedette sulla sedia piГ№ vicina. "Non posso farlo di nuovo". La sua voce tremava mentre parlava. "A malapena sono sopravvissuta l'altra volta. Com'ГЁ potuto succedere?"

Carter voleva rimangiarsi tutto e dirle che era uno scherzo di poco gusto. Che Nolan non era scappato di prigione e che era ancora rinchiuso in una cella. Avrebbe fatto qualsiasi cosa per far svanire tutto. Odiava che aveva ferito sua sorella in quel modo. Aveva sempre fatto del suo meglio per proteggerla e aveva fallito. "Ti prometto che non mi fermerГІ finchГ© non lo avrГІ trovato. Non gli permetterГІ di toccarti mai piГ№".

"Non puoi fare questa promessa" – disse Claire – "Nessuno può. Forse dovrei andarmene finché non sarà arrestato".

"Non puoi vivere così". Olivia si morse il labbro inferiore. "E se non lo prendessero mai? Scapperai per sempre? Che ne sarà del tuo matrimonio?"

"Che ne sarà?" Claire fece un respiro profondo. "Comunque non voglio una grande cerimonia. Possiamo fare una vacanza, forse andare a Las Vegas. Mentre siamo lì possiamo sposarci in segreto e poi andiamo in luna di miele. Se siamo fortunati, Nolan sarà in carcere quando saremo tornati".

"Odio dirlo…" Carter disse tutto d'un fiato. "Ma non è una cattiva idea. Perché non chiami nostra madre e le fai organizzare una cena di famiglia? Dobbiamo parlarne prima e poi, sì, andate fuori città per alcuni giorni".

Se fosse rimasta non sarebbe stato capace di proteggere sia lei che Reese. Dane lo avrebbe aiutato, ma dovevano essere tutti insieme nello stesso posto. Non c'era un rifugio abbastanza grande perchГ© potesse accadere. Logisticamente sarebbe stato meglio se si fossero separati, allontanando uno dei bersagli dalle vicinanze.

"Non sono sicuro che l'idea di sposarci in segreto mi piaccia" replicГІ Matt. "Ma mi piace sapere che molto presto diventerai mia moglie. Vorrei che lo facessimo in circostanze migliori".

"È vero" – concordò Claire – "Possiamo decidere dopo se vogliamo sposarci. Ad ogni modo la vacanza si farà". Si girò verso Olivia e la guardò. "Lascerò tutto nelle tue mani, dovrai informare Dani della situazione e fare in modo che Amy rimandi tutti i nostri appuntamenti. Se si deve risolvere una questione te ne occuperai tu, Dani si occuperà di tutto il resto".

Daniella Sousa lavorava con Matt nello studio legale. Non aveva fatto molto da quando aveva creato la sua fondazione, ma ogni tanto si occupava dei casi piГ№ gravi. Carter non sapeva molto di lei, sapeva solo che era la figlia perduta della famiglia Brady. Lo aveva scoperto quando le loro strade si erano incrociate sette mesi prima. Aveva da poco sposato l'amore della sua vita ed era felice.

"Me ne occuperГІ io" disse Olivia. "Prenditi tutto quello che ti serve prima di partire. VedrГІ dopo Carter".

Lui roteГІ gli occhi e disse a Claire: "Chiamami dopo che avrai parlato con mamma. Vado a controllare Reese e dirle dei tuoi piani".

"Dio mio, non ci avevo nemmeno pensato a lei…" Claire deglutì. "E se lui andrà da lei invece che da me?"

"StarГ  bene" suo fratello la rassicurГІ. "Dane ГЁ con lei, la proteggerГ . Г€ testarda, non lascerГ  i suoi pazienti. Sai com'ГЁ fatta".

"Lo so" – disse Claire – "Va bene. Promettimi che mi chiamerai ogni giorno mentre siamo via, altrimenti ritornerò. Ho bisogno di sapere che siete tutti al sicuro".

Annuì. "Hai la mia parola. Ora devo andare". Carter la abbracciò e poi si girò per andarsene. Olivia gli stava alle calcagna per assicurarsi che se ne andasse davvero. Voleva proprio sapere quale fosse il suo piano. Si fermò sulla porta, raccolse tutti i fogli e li mise ordinatamente uno sopra l'altro, poi glieli diede. "Ecco qui. Non dire che non faccio niente per te". Era divertito che in qualche modo li avesse lasciati per terra per seguirlo nell'ufficio. Forse gli piaceva più di quanto desse a vedere.

SpalancГІ la bocca ma non disse nemmeno una parola. Forse c'era qualcosa di buono in quella giornata, dopotutto. Per la prima volta aveva lasciato Olivia West senza parole. Carter sorrise mentre si avviava alla sua macchina. Forse sarebbe stato abbastanza fortunato da far accadere di nuovo quel miracolo. Ora, perГІ doveva prendere un criminale, non c'era tempo da perdere. Olivia avrebbe dovuto aspettare, ma presto avrebbe risolto le cose con lei.

Prima non doveva preoccuparsi delle sue sorelle né di un assassino maniaco… Il lavoro di un agente di polizia non sarebbe mai finito e alcune volte sentiva come se non riuscisse più a sopportare il suo lavoro. Sperava di avere la forza per affrontare quella situazione e che, alla fine, tutti sarebbero sopravvissuti.




CAPITOLO 3


Dopo che Reese ebbe finito di esaminare Halie, andГІ nel reparto degli infermieri per ordinare dei test. Lana stava digitando sulla tastiera di uno dei computer quando si fermГІ. I suoi capelli rossi erano raccolti in una coda di cavallo. AggrottГІ la fronte fissando il monitor. Se Reese avesse avuto una rapporto piГ№ stretto con l'infermiera, le avrebbe chiesto cosa la preoccupasse, ma considerando che erano solo delle conoscenti si trattenne.

"Vorrei che questi test per Halie Morris siano pronti quanto prima". ConsegnГІ la cartella a Lana. "Li ho segnati. Puoi farmi sapere quando i risultati sono pronti?"

Lana prese il fascicolo dalle sue mani e guardГІ le annotazioni. "Cosa pensi che non vada in lei?"

"Preferirei non dirlo finché non ne so di più". Aveva i suoi sospetti… Il problema era che non sapeva se voleva che fossero certi o sperare che qualcuno avesse abusato di lei. Se quella piccola bambina avesse quello che Reese pensava… Avrebbe potuto sopravvivere alla malattia, forse. Per quanto l'abuso fosse brutto, almeno avrebbe avuto una possibilità di vivere. Le autorità avrebbero potuto intervenire e portarla in un luogo più sicuro. Una malattia era più difficile da combattere. Lana, guardando i testi che le aveva chiesto, probabilmente aveva capito a cosa stesse pensando. L'infermiera era troppo brava nel suo lavoro per dirlo apertamente. Avrebbe tenuto i suoi pensieri per sé e protetto la paziente. Reese l'aveva sempre rispettata per quello. Forse avrebbe dovuto provare ad esserle amica. Avrebbe potuto aver bisogno di una buona amica… C'era un tempo in cui aveva sempre potuto contare su sua sorella, ma aveva distrutto qualcosa di importante nel loro rapporto quando aveva frequentato Nolan. Cosa di cui si pentiva ogni giorno. Come aveva fatto ad innamorarsi del suo falso fascino?

Claire non sarebbe mai stata così cattiva da allontanare Reese per sempre dalla sua vita; però, non era più disponibile con lei come prima. Almeno aveva trovato il vero amore con Matteo Price. Erano così disgustosamente innamorati che le fece venire i complessi. Avrebbe mai trovato il vero amore? Avrebbe saputo riconoscerlo se lo avesse trovato? Alcuni giorni non pensava di meritarlo e altri sperava di averne la possibilità. Prima di poter avere qualche possibilità di una vita romantica, aveva bisogno di lavorare su se stessa e di farsi degli amici. Era per questo che era ancora in piedi nel reparto degli infermieri cercando di capire cosa dire. "Hai bisogno di qualcos'altro? Chiese Lana.

"No, cioè…" – si morse il labbro inferiore – "Potrebbe sembrare un po' affrettato, ma…"

"Ti preoccupi per la bambina". Lana ridacchio e si passò una mano sul grembo. Doveva essere almeno al sesto mese…

"Uhm, beh…" Lo era, ma non era quello che avrebbe voluto dirle. A dire il vero, non sapeva nemmeno lei cosa voleva dire. "Sono curiosa. Tu e Sullivan avete fatto in fretta".

Mentre parlava, l'amore che provava per suo marito traspariva nel suo tono di voce. "Sully non è uno che perde tempo una volta che sa cosa vuole. Me, il bambino e tutto ciò che ne consegue, ce la sta mettendo tutta senza ripensamenti". Le sue labbra si distesero in un sorriso dolce, quasi romantico. Quello che condividevano… era abbastanza da farle sperare che avrebbe trovato anche lei qualcosa di così bello, ma allo stesso tempo capì che sarebbe stato impossibile. Le relazioni non sono uguali e cercare di imitare quella di Sullivan e Lana era inutile. Eppure, le faceva desiderare di trovare il suo vero amore.

Reese non riusciva a capire cosa avessero quei due. Non aveva mai amato come loro. Com'era essere così innamorata da essere disposta a morire per l'altro? Molte coppie ad Envill avevano passato momenti infernali e ne erano usciti grazie all'amore dei loro cari. Lana e Sullivan non erano diversi. Avevano dovuto combattere i loro demoni, ma ora stavano per avere un bambino.

"Capisco" mormorГІ Reese, ma non era vero. "Sai cos'ГЁ?"

Almeno quello sembrava un argomento abbastanza sicuro. Molte persone erano curiosi di sapere il sesso del bambino. "Sì" disse Lana e poi sorrise. "È un neonato".

"Ah ah ah" – roteò gli occhi – "Intendevo è un bambino o una bambina?"

"Lo so. Ti sto dando del filo da torcere. Sullivan e io abbiamo deciso che sarà una sorpresa. Non saremo delusi, ma almeno abbiamo un 50% di possibilità" – strizzò l'occhio – "Penso che lui voglia che sia un maschio. Conto i giorni finché non sarà più un parassita che risucchia l'energia dentro di me. Non capire male, sono entusiasta di diventare mamma, ma sono sempre stanca".

"Non lo so…" Beh, in qualche modo lo sapeva. Alla facoltà di medicina aveva studiato cosa succede ad una donna incinta. Non aveva però avuto un'esperienza di prima mano. Lana sembrava davvero stanca. "Forse dovresti riposare".

Lana fece un respiro profondo. "Non iniziare anche tu. Sto bene e sto iniziando a pensare che non importa quanto dormo, sono sempre stanca". Le sue mani si muovevano veloci sulla tastiera mentre lei inseriva i test richiesti nel file della paziente. "Ma se sei davvero preoccupata per me perchГ© non ti unisci a me e Jessica a pranzo? Potrebbe servirmi un buffet".

"Per cosa?" L'ultima volta aveva saputo che Lana e Jessica erano migliori amiche. "Pensavo ti piacesse".

"Sì" la rassicurò Lana. "Ma è iperprotettiva da quando ha scoperto che sono… sai…" Si guardò intorno, poi mise una mano sulla bocca e disse in un sussurro "Incinta".

"Uhm penso che ormai non sia più un segreto. È così ovvio".

Lana socchiuse gli occhi. "Te l'ha mai detto qualcuno che non hai il senso dell'umorismo?"

"No". PerchГ© lo sapeva, dopo Nolan, non era riuscita a trovare un motivo per sorridere. "Penso che ho bisogno di una vacanza".

Un movimento lungo il corridoio catturГІ la sua attenzione. Si voltГІ e aggrottГІ la fronte. Dane camminava verso di loro con un passo deciso. Non voleva occuparsi di lui, ma, sfortunatamente, non aveva altra scelta a riguardo.

"A questo si puГІ rimediare" Dane disse mentre si avvicinava. "Renderesti il mio lavoro molto piГ№ facile se lo facessi".

"Non posso prendermene una ora". L'aveva detto per fare conversazione in qualche modo. Sembrava l'unica cosa da dire per spiegare la sua mancanza di senso dell'umorismo senza far deprimere Lana raccontandole la veritГ  sul suo passato. "Ci sono troppe persone che dipendono da me".

"Le parole di chi ГЁ un lavoro-dipendente" disse Lana. "Lavoro con molte persone come lei. Non si puГІ parlare con lei del temo libero. Faranno una vacanza quando saranno costretti".

"L'ho notato" Dane le sorrise. "Che mi dici di te? Come vanno le cose?"

Lana arricciò il naso. "Ho già preso una vacanza forzata e presto ne dovrò prendere un'altra". Aveva avuto un incidente d'auto ed era stata in congedo per malattia prima di sposare Sullivan. "Non ho bisogno che nessuno mi spinga da nessuna parte – non ora almeno. Se questa pancia diventerà più grande, forse avrò bisogno di una sedia a rotelle".

"Avevi bisogno di qualcosa?" chiese Reese a Dane. Voleva che se ne andasse. Qualcosa in lui la infastidiva e non voleva sapere cosa. Tutto il suo corpo trasudava un'energia innominabile ogni volta che c'era lui —quasi come se si aspettasse che qualcosa di elettrizzante sbocciasse tra di loro. Aveva bisogno di tempo per capirlo e non gliene stava dando.

Prima l'aveva praticamente accusato di essere il padre di Halie. Lui aveva negato, ma c'era una somiglianza tra i due. Non aveva potuto fare a meno di chiederglielo; perГІ non aveva mai pensato che potesse ferire un bambino. Reese poteva non conoscerlo bene, ma si era fatta un'idea del suo carattere. Era sempre stato riservato e gentile. Essere un potenziale padre violento non si adattava alla persona che aveva conosciuto al liceo. "Non devi stare qui se non vuoi".

"Su questo ti sbagli" – rispose – "Proteggerti è il mio lavoro".

"Oh?" Lana alzГІ un sopracciglio. "Mi sono persa qualcosa?"

Maledizione. Non avrebbe dovuto dirlo. "Nolan Pratt è scappato…"

Per la centesima volta sperГІ che non avesse mai conosciuto quell'uomo.

"Ren lo sa? Vorrà parlare con Dani e con lo studio legale, potrebbero essere tutti in pericolo…" Lana prese il suo cellulare e iniziò a digitare un numero. "È Claire…"

Aveva dimenticato che sua sorella fosse amata da così tante persone. Avrebbe dovuto odiarla per quello, ma Claire era una brava persona e non avrebbe mai potuto odiarla per qualcosa. Reese non era mai riuscita a farsi degli amici e comunque non era stata colpa di Claire. Era facile incolpare le sorelle e lei l'aveva incolpata in più di un'occasione.

Era abbastanza grande da capire che era sbagliato. Aveva preso le sue decisioni, doveva incolpare se stessa, non gli altri. Doveva convivere con le sue scelte e per la maggior parte non aveva molti rimpianti. Aveva pensato alla sua carriera e, nel processo, la sua vita sentimentale si era sgretolata. Forse se avesse lavorato di piГ№ su quell'aspetto della sua vita non avrebbe mai frequentato Nolan, tanto per cominciare.

Non avrebbe mai dovuto ascoltare sua mamma quando le parlava di lui. Si era comportato malissimo a scuola e questo avrebbe dovuto farle capire che persona fosse. Sua madre l'aveva convinta che le persone potevano cambiare e che non avrebbe dovuto giudicarlo per i suoi comportamenti adolescenziali. Nolan aveva fatto il resto con il suo fascino e la sua bella faccia.

"Tranquilla" Dane mise una mano sul braccio di Lana. "Carter si sta prendendo cura di Claire. TornerГ  presto".

Il suo adorato fratello era corso ad avvertire la loro sorella e aveva lasciato che Dane badasse a lei. Ok, forse era un po' cattiva. Era decisamente colpa sua se le cose fossero andate a finire in quel modo nella sua vita, ma non poteva evitare di sentirsi esclusa. Claire e Carter avevano un forte legame. Sicuramente voleva bene anche a lei e voleva proteggerla; ma non l'aveva chiamata per vedere come stesse nГ© l'aveva invitata ai suoi eventi come invece aveva fatto con Claire. Ne era passato di tempo da quando aveva riflettuto a lungo sulla sua vita e aveva deciso cosa volesse realmente.

"Ah bene" disse Lana riagganciando il cellulare. "Ren non ha risposto. Avevo dimenticato che ГЁ in sala operatoria".

"AndrГ  tutto bene" disse Reese. "Sono sicura che lo prenderanno presto e questa preoccupazione sarГ  stata inutile". Cavolo, lo sperava davvero.

"È una minaccia. Se verrà a cercare una di voi…"

L'ultima volta Nolan non aveva dato la caccia a lei, era ossessionato da Claire. Il bastardo probabilmente era uscito con Reese per arrivare a sua sorella. Cosa che non riusciva a capire… Aveva rotto con Claire per uscire con lei. Perché l'aveva fatto se poi l'aveva perseguitata? Si era pentito di quella decisione o aveva perso la testa? Reese rischiava di impazzire cercando di capire le motivazioni di quel folle. Doveva dimenticarsene e andare avanti.

"Matt non lascerГ  che succeda qualcosa a Claire. Scommetto che ora la starГ  convincendo ad andare a vivere da lui". Le labbra di Lana si inclinarono verso l'alto. "L'ho aiutato dopo il suo incidente e Claire gli ha fatto passare l'inferno. Pensi che accetterГ  mai di sposarlo?"

Un rumore di passi riecheggiГІ nel corridoio. Tutti si girarono per vedere di chi si trattasse. I discorsi su Nolan avevano agitato tutti. Carter si fermГІ e li guardГІ. "Stavate parlando di Matt e Claire?"

"Sì" disse Reese, sollevata che non fosse Nolan – anche se dubitava si facesse vivo alla luce del sole. Era molto furtivo e li avrebbe colti tutti di sorpresa se avesse deciso di farsi vedere. "Sta bene?"

"Sì. Stasera abbiamo una cena a casa di nostra mamma".

"Dobbiamo per forza?" Sua madre era stata implacabile dopo la questione Nolan. Reese non aveva nessuna intenzione di vederla per nessun motivo e, infatti, cercava di evitarla il piГ№ possibile. "SarГ  terribile".

"Ma ha il diritto di sapere cosa sta succedendo. Anche lei potrebbe essere un possibile bersaglio".

Aveva ragione. Odiava ammetterlo e sperava non fosse così. "Claire come ha preso la notizia?"

Doveva smettere di essere egoista e pensare alle persone importanti della sua vita. Se voleva farsi degli amici e magari innamorarsi doveva smetterla di pensare solo a se stessa. Non tutto girava intorno a lei.

"Non bene" disse Carter. "Matt si sta dando da fare per portarla fuori cittГ . Potrebbero anche sposarsi in segreto mentre sono via".

"Ha accettato la sua proposta di matrimonio?" Lana battГ© le mani eccitata. "Devo chiamarla". Prese il cellulare e si allontanГІ da tutti.

Erano successe troppe cose a Reese per poter andare a pranzo con Jessica e Lana… Era meglio non andarci. Con Nolan in fuga, non voleva mettere in pericolo altre persone. Si sarebbe occupata degli altri un altro giorno.

"Verranno anche loro stasera?"

"Sì" disse Carter, poi si rivolse a Dane. "Voglio che vieni anche tu. Dobbiamo metterci d'accordo su come mettere al sicuro Reese finché Nolan non sarà arrestato".

"Contaci" rispose e poi sorrise. "So quanto ci tiene a me tua mamma".

In realtГ  lo odiava. Lo aveva sempre considerato inferiore a Nolan. Rachel Jackson non poteva essere piГ№ sbagliata. Potevano anche avere gli stessi geni, ma Dane Hunter era molto piГ№ bravo. Reese forse era stata accecata dal fascino di Nolan, ma ora vedeva le cose in modo chiaro. Sicuramente li aveva giudicati male; perГІ sperava che avrebbe imparato a vedere le persone realmente per quelle che erano. Dane non avrebbe mai fatto del male ad un bambino, ma non poteva dire lo stesso di Nolan.

"AvrГІ bisogno di andare a casa a cambiarmi perГІ." Disse rassegnata. "Devo finire il mio turno. A che ora ГЁ la maledetta cena?"

"Va' a lavorare" disse Carter. "SarГІ qui per accompagnarti a casa quando sarai pronta".

"Non posso chiederti di rimanere così a lungo…" Odiava veramente che sentisse il bisogno di restarle accanto e proteggerla. Voleva che se ne andasse e che la lasciasse lavorare senza doversi preoccupare anche di lui.

"Non ti preoccupare" rispose bruscamente. "Г€ il mio lavoro e sei mia sorella. Non discutere con me".

"Ok" concordò in modo riluttante. Poi se ne andò lasciandogli fare quello che aveva programmato di fare mentre lei finiva il suo turno. Sarebbe stato un giorno lungo e persino una lunga notte, dopo che tutto era stato detto e fatto. Non aveva la forza né l'energia per discutere con lui. C'erano cose molto più importanti che avrebbe dovuto fare… Come ad esempio guardare diversamente Dane. Forse l'aveva giudicato troppo duramente in merito a quello che era successo a Halie… Non era l'uomo nero della sua immaginazione e doveva cercare di fidarsi di qualcuno, quindi perché non iniziare da lui?




CAPITOLO 4


Se Dane avesse dovuto scegliere tra farsi arrostire allo spiedo, diventare il pasto di un branco di segugi infernali o andare a cena a casa di Rachel Jackson, avrebbe preferito legarsi ad un rogo e prepararsi per una morte orribile. Ecco quanto odiava la matriarca della famiglia Jackson. Era stato a mangiare lì pochissime volte e ogni volta quella donna l'aveva fatto sentire inferiore in tutti i modi possibili. Dire che era una criticona non le rendeva giustizia. Non si teneva le opinioni per sé e tutti intorno a lei erano dei potenziali bersagli. I suoi figli erano i suoi preferiti da appendere al muro o mettere a testa in giù sul soffitto – era meglio uccidere un pipistrello nella sua pignatta… I suoi pensieri proverbiali stavano sfociando in un caos emotivo.

Non c'era mai stata una cena a cui aveva partecipato in cui qualcuno non se n'era andato in lacrime o arrabbiato. Erano quelli i modi con cui discutevano con la loro madre e spesso prevalevano entrambi. In piГ№ di un'occasione era grato che la sua famiglia fosse meglio della loro. Forse non aveva avuto una figura paterna esemplare, ma sua madre era sempre stata fantastica. Ora doveva entrare nella gabbia del leone e sperava che la signora Jackson non li mangiasse tutti e li sputasse per poi spedirli nell'oblio.

"Cosa devo fare per i miei amici…" Mormorò sottovoce e camminò verso l'entrata. Sperava tanto che Carter fosse già arrivato. Non voleva parlare con la signora Jackson senza nessun sistema di supporto in atto. Era sempre venuto con Carter quando doveva cenare con loro, o, piuttosto, era stato il suo collega che lo aveva costretto ad andare. Era una scusa conveniente per Carter per cenare e poi filarsela senza permettere a sua madre di affondare gli artigli nella sua pelle.

"Dane non sapevo saresti venuto anche tu".

Si guardò intorno e incrociò lo sguardo di Claire. Le era sempre piaciuta. Non aveva mai detto una parola crudele e aveva fatto del suo meglio per farlo sentire il benvenuto ogni volta che lo aveva incontrato – anche quando frequentava suo fratello malvagio. Le cose erano peggiorate quando quello schifoso bastardo aveva avuto il privilegio di uscire sia con Reese che con Claire. "Carter ha pensato che fosse una buona idea che venissi anche io. Così possiamo pianificare come trovare il servo di Satana e spedirlo nella cella fredda".

Dane fece cenno di sì con la testa. "Sì… Reese avrà bisogno di qualcuno che la protegga. È testarda e pensa sempre che sia al sicuro". Si era gentilmente offerto di proteggerla.

Non c'era un modo per sapere cosa avrebbe fatto o meno Nolan. Era prevedibile come un tavolo da roulette. La prima volta aveva perseguitato Claire, ma adesso poteva avere un altro piano. Non era stata un bersaglio facile. Ora aveva un fidanzato e molti amici che la proteggevano. Reese, invece… Era diventata un'eremita e a malapena lasciava la sua casa dopo il lavoro. Era sempre a lavoro oppure confinata in casa.

Dane non voleva piГ№ pensare a lei, ma chi voleva prendere in giro? Dopo il liceo non l'aveva mai dimenticata. Avrebbe fatto qualsiasi cosa per tenerla al sicuro, anche se si fosse innamorata di qualcun altro e non si sarebbero piГ№ visti.

"Dov'ГЁ Matt?"

"SarГ  qui a momenti. Doveva risolvere una questione e ha dovuto incontrare Olivia". Claire si guardГІ intorno nervosamente. "Non voleva che guidassi da sola fino a qui".

Dane imprecГІ sotto voce. "Avresti dovuto chiamare Carter o me. Non ГЁ sicuro per te stare da sola".

"Sto bene". Claire roteГІ gli occhi. "Non sono un'idiota. Matt mi ha accompagnato fino alla mia macchina e ho guidato fino a qui. Ero al sicuro per tutto il tempo".

Dane voleva poterle credere. Sarebbero potuto succederle molte cose durante il tragitto. Forse pensava di essere al sicuro, ma Nolan poteva raggiungerla in qualsiasi momento. E se avesse deciso di andare a sbattere contro la sua auto? Non sarebbe stata la prima volta che avesse usato quella tattica. Ecco perchГ© Jessica Sousa e Lana Brady erano andate fuori strada qualche mese prima. Tutto era possibile quando una persona impazziva e c'erano stati molti casi di insanitГ  mentale tra la popolazione nell'ultimo periodo.

"Claire" – sospirò – "Non farlo più ti prego. Usa il gioco di squadra e vai in giro sempre con qualcuno. Sarà molto più difficile per una persona – Nolan più precisamente – prenderti. Non vogliamo che si ripeta quello che è successo la scorsa volta".

Lei annuì. "Lo so e lo capisco…"

"Bene. Sei al sicuro, ГЁ tutto quello che conta ora. Una volta che saranno tutti qui troveremo delle strategie. Penso che dobbiamo rientrare". GuardГІ la porta principale e cercГІ di nascondere l'orrore. "Oppure possiamo aspettare finchГ© non arriva qualcun altro".

Claire sorrise e il suo sorriso le illuminГІ il viso. "Che tu ci creda o no capisco quell'espressione di terrore. Mia madre ГЁ speciale e non in senso buono".

"È un modo per descriverla" – fece spallucce – "Non ti invidio per essere cresciuta con una donna come lei. È difficile da sopportare nei giorni belli, figuriamoci se la temiamo da molto tempo. Pensavo che non avremmo dovuto preoccuparci di un possibile ritorno di Nolan per almeno venti anni".

"Io e te insieme". Claire aggrottò la fronte. "Testimoniare al tribunale è stata dura ma ce l'ho fatta. L'alternativa era inaccettabile. Non potevo vivere sapendo che avrebbe potuto sfuggire alla giustizia e ferire un'altra persona. Ora è in fuga e potrebbe sempre accadere una cosa del genere. Come possono essere così imprudenti? Hai maggiori informazioni su ciò che è successo?"

Dane voleva tanto averle. Dopo aver lasciato l'ospedale, si era fermato alla centrale di polizia per vedere se ci fossero novità. Non era stato riportato nulla di nuovo e le teste di cazzo che l'avevano lasciato fuggire non erano stati di grande aiuto. Erano troppo impegnati a trovare un modo per passarla liscia, considerando che avevano lasciato scappare un serial killer. Lui o Carter dovevano andare nel carcere per chiedere delle rispose alle guardie carcerarie. Il conducente dell'autobus era in ospedale a lottare contro il coma, mentre l'altra guardia era stata curata e rilasciata. Uno di loro magari poteva aiutare a fare luce sulla situazione, ma non l'avrebbero saputo con chiarezza finché non fossero andati a parlare con loro. A volte le informazioni erano più chiare quando si veniva a saperle nei giorni successivi. Sperava davvero che fosse così. La quiete dopo la tempesta, come si suol dire…

Dei passi sul marciapiede riecheggiarono intorno a loro. Tutti si girarono mentre Matt si avvicinava a loro. Olivia lo seguiva. I suoi tacchi a spillo facevano rumore sul cemento mentre camminava. Stava facendo del suo meglio per stare al suo passo con i tacchi che le facevano male, ma era comunque dietro di alcuni passi. Dane era stupito dalle sue abilitГ . Matt raggiunse Claire e la abbracciГІ. "Grazie a Dio stai bene. Sono stato preoccupato per tutto il tempo e a malapena sono riuscito a concentrarmi su quello che dicevano".

"Sto bene" ripetГ© quello che aveva detto a Dane pochi minuti prima. "Sono sana e salva. Non c'ГЁ niente di cui preoccuparsi."

Dane era geloso della loro relazione e non era la prima volta che desiderava avere anche lui un amore così profondo. Forse un giorno sarebbe stato fortunato abbastanza da trovare una donna che lo amasse tanto quanto lui amava lei. Ad un certo punto aveva sperato che fosse Reese e mentiva se avesse detto che non la pensava più, ma ad un certo punto dovette smettere di fantasticare. Lei non gli aveva dato nessun segnale per fargli capire che fosse interessata a lui in un modo romantico. Senza dimenticare che aveva persino frequentato Nolan, tra tutte le persone – quello avrebbe dovuto spegnere il suo interesse molto tempo prima. Olivia si fermò al suo fianco e guardò la coppia palesemente innamorata. "Non ti fanno venire il vomito a volte? Sono circondata da queste sdolcinatezze ogni giorno".

Dane sorrise "Non sono così male".

Lei lo guardГІ in modo fisso. "Lo dici solo perchГ© non hai a che fare con loro ogni giorno. Prova a lavorare nel nostro ufficio per alcuni giorni e poi dimmi se non ti fanno venire voglia di vomitare nel cestino piГ№ vicino".

"Sono d'accordo con Olivia" disse Reese.

Dane era stato così distratto che non si era accorto che lei e Carter si erano avvicinati a loro. Sarebbe stato un pessimo bodyguard se avesse continuato così. Voleva essere una delle persone che davano una mano a proteggere Reese e stava fallendo nel suo compito. Guardò Carter e annuì.

"PerchГ© siete tutti qui a comportarvi come se foste tutti dei bersagli di un assassino?" chiese Carter. "Pensavo che foste giГ  tutti dentro".

"Ed essere dei bersagli per la lingua tagliente di tua mamma?" Dane alzГІ un sopracciglio. "Fuori ГЁ piГ№ sicuro".

"Cavolo, devo ammetterlo ma su questo punto hai perfettamente ragione" brontolГІ il suo collega. "Odio le cene di famiglia".

Olivia incrociГІ le braccia al petto e battГ© i tacchi impazientemente. "Entriamo?"

"E tu perchГ© sei qui?" Carter la guardГІ. "Non ricordo che ti abbiamo invitata".

"La domanda ГЁ perchГ© tu non mi vuoi qui? Ho fatto tutto bene". Fece l'occhiolino. "Ammettilo, detective, sei contento di vedermi".

Carter guardò verso il cielo e sussurrò qualcosa che Dane a malapena riuscì a capire. Forse stava pregando per avere pazienza o per la perdizione di Olivia. In quel momento non era più sicuro che gli importasse di lei.

Aveva detto una cosa giusta qualche attimo prima, stare fuori casa non era una delle azioni piГ№ sicure. Era arrivato il momento di entrare e avere a che fare con la signora Jackson, per quanto tutti lo detestassero. "PerchГ© non entriamo? La cena ГЁ pronta". Dane si avvicinГІ verso la casa. "Dobbiamo anche metterci d'accordo su come mettere al sicuro Reese e Claire e non possiamo farlo qui fuori".

Tutti mormorarono qualcosa ma poi si avviarono verso la porta d'ingresso. Reese la raggiunse per prima e la aprì. Non aveva prestato attenzione a tutti quegli avvertimenti? O forse qualcuno si era dimenticato di avvertirla che uno psicopatico era scappato dalla prigione e poteva ucciderla? Aveva sempre sostenuto Nolan. Forse non pensava realmente che potesse farle del male.

La signora Jackson non li stava aspettando per saltarli addosso. Dane non sapeva se esserne felice o preoccupato. "Mi chiedo dove sia mamma…" Reese passò oltre Dane e Carter per andare nella salone. "Mamma" la chiamò.

La signora Jackson graziosamente scese le scale e aveva la testa alta mentre si avvicinava a loro. "Era ora che arrivaste. PerchГ© siete in ritardo?"

"Mamma" – Carter si toccò la punta del naso – "La cena è alle sei. Sono le cinque e mezza".

"Esattamente" – rispose – "Siete in ritardo. L'aperitivo è un'ora prima della cena".

Dane trattenne l'impulso di ridere. Soprattutto perchГ© Carter avrebbe volentieri tirato fuori la pistola e si sarebbe sparato se avesse potuto. Il suo collega aveva davvero poca pazienza per sua madre e si era giГ  esaurita con una breve frase. "Ci scusiamo per il nostro ritardo". Fece un cenno alla signora Jackson. "C'ГЁ qualcosa che possiamo fare per aiutarla con la cena?"

"Ti stai offrendo di servire a tavola?" – alzò un sopracciglio – "Appartieni ad una classe sociale inferiore, quindi ha senso, ma no. È tutto sotto controllo. Siediti e tieni i tuoi pensieri per te. Non voglio che li condivida con noi né che tu dia dei consigli alle mie figlie. È già abbastanza brutto che entrambe siano uscite con lo stesso patrimonio genetico, non voglio che scivolino in ranghi sociali ancora più bassi".

Cosa avrebbe detto se si fosse ricordata che anche lui proveniva dallo stesso patrimonio genetico, come lei aveva detto? Dane si rifiutò di lasciarsi infastidire dalla vecchia strega. Claire, invece, non si faceva problemi. "Datti una calmata, mamma. Dane è un brav'uomo e non può essere giudicato da te né nessun altro solo per le circostanze della sua nascita – cosa di cui non ha colpa". Puntò il dito verso di lei. "Inoltre sei stata tu quella che ci ha spinte verso quell'uomo spregevole. Tu eri stregata dal suo fascino. Sono felice di aver smesso di darti retta da molto tempo e di aver seguito il mio cuore".

"Mmm" La signora Jackson la guardò. "Sei sempre così schietta".

"Ci provo" – sorrise – "Ad ogni modo io e Matt ci sposeremo. Non ti preoccupare. Non mi aspetto che ti congratuli con noi".

Durante gli scambi di battute, tutti erano rimasti in silenzio, soprattutto Reese. Era come se stesse cercando di evitare l'attenzione di sua madre. Dane aveva intenzione di chiederglielo non appena ne avrebbe avuto l'occasione. Non era mai sembrata il tipo da rannicchiarsi in un angolo, ma era l'ombra di se stessa. Odiava vederla così sconfitta. La vera domanda era chi l'aveva ridotta così: Nolan, sua madre o entrambi?

"Se volete scusarmi, vado a finire di preparare la cena. Dovete essere a tavola alle sei in punto". Con quelle parole la signora Jackson scomparve. Sarebbe stata una serata infernale…




Конец ознакомительного фрагмента.


Текст предоставлен ООО «ЛитРес».

Прочитайте эту книгу целиком, купив полную легальную версию (https://www.litres.ru/dawn-brower/il-cuore-in-attesa/) на ЛитРес.

Безопасно оплатить книгу можно банковской картой Visa, MasterCard, Maestro, со счета мобильного телефона, с платежного терминала, в салоне МТС или Связной, через PayPal, WebMoney, Яндекс.Деньги, QIWI Кошелек, бонусными картами или другим удобным Вам способом.



Если текст книги отсутствует, перейдите по ссылке

Возможные причины отсутствия книги:
1. Книга снята с продаж по просьбе правообладателя
2. Книга ещё не поступила в продажу и пока недоступна для чтения

Навигация